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Farmaci Psichiatrici Tradate
Gli psicofarmaci sono una classe molto eterogenea di farmaci psicoattivi (quindi degli psicotropi legali), approvati per il trattamento di un’ampia varietà di disturbi psichiatrici e neurologici, anche se specie negli ultimi decenni hanno trovato efficacia in patologie non prettamente psichiatriche. La maggior parte di essi possono essere prescritti anche dai medici di medicina generale, anche se alcune tipologie sottoposte a particolare sorveglianza e controllo, sono competenza esclusiva dello specialista psichiatra o neurologo. Prima del 1950 non esistevano psicofarmaci nell’accezione moderna del termine.
Alcune sostanze di origine naturale, molte delle quali conosciute da secoli, erano utilizzate nel trattamento degli stati d’animo negativi: ad esempio gli estratti dell’erba di San Giovanni erano usati nella cura degli stati d’ansia e di depressione; anche bevande alcoliche, estratti di oppio e cannabis erano usati a questo scopo, oltre a quello ricreativo. La storia della psicofarmacologia moderna incomincia negli anni ’50 quando furono osservate le proprietà calmanti ma non sedative della clorpromazina (il capostipite degli antipsicotici) che al tempo veniva utilizzata come antistaminico e contro alcune complicanze operatorie. In breve tempo divennero evidenti le sue proprietà neurolettiche.
Quasi contemporaneamente, in maniera causale, si riconobbero le proprietà euforizzanti dell’iproniazide, utilizzata al tempo come antitubercolare, che divenne il capostipite degli antidepressivi MAO inibitori. • Vi sono cinque gruppi principali di Farmaci Psichiatrici Tradate: • a)ansiolitici,che trattano disturbi di ansia;b)antipsicotici, che trattano di disturbi psicotici come la schizofrenia e i sintomi psicotici che si verificano nel contesto di altre patologie come disturbi dell’umore. • stimolanti, che trattano disturbi come sindrome da deficit di attenzione e la narcolessia. • stabilizzanti, che trattano il disturbo bipolare e disturbo schizzoaffettivo.
Alcuni hanno efficacia come antiepilettico.
Come agiscono i Farmaci Psichiatrici Tradate
Il cervello è composto da miliardi di cellule nervose chiamate neuroni, che comunicano continuamente tra di loro.
Tale comunicazione avviene attraverso sostanze chimiche, i NEUROTRASMETTITORI, che si muovono da una cellula all’altra e si legano ad un punto preciso del neurone: il recettore. I neurotrasmettitori del Sistema Nervoso Centrale più conosciuti sono: la Dopamina, la Serotonina, la Noradrenalina, l’Acetilcolina, il Glutammato ed il GABA.
Questi neurotrasmettitori interagiscono tra loro in un delicato equilibrio dinamico ed un’alterazione del loro equilibrio può favorire la comparsa dei disturbi mentali. Ma come mai ciò accade? Come mai succede che nella nostra mente “si spezzi” un equilibrio? La risposta a questa domanda non è semplice perché non c’è una causa riconosciuta che porta una persona a soffrire di un disturbo mentale. I Farmaci Psichiatrici Tradate agiscono sulla dopamina.
Le molecole attive sul sistema della dopamina sono conosciute per motivi totalmente differenti dalla depressione.
I farmaci che agiscono legandosi ed inibendo i recettori per la dopamina (antagonisti) sono stati sviluppati come antipsicotici o tranquillanti maggiori; mentre i farmaci che agiscono legandosi ai recettori per la dopamina stimolandone l’azione (agonisti) sono conosciuti principalmente per la loro azione terapeutica nella malattia di Parkinson ed in altri disturbi del movimento. L’interesse verso i dopamino-agonisti nel trattamento dei disturbi depressivi è una piccola parte del vastissimo argomento dell’azione dei farmaci dopaminergici nel sistema nervoso centrale.
Farmaci Psichiatrici Tradate:effetto placebo?
L’autorevole rivista scientifica britannica Lancet ha pubblicato un articolo che – mettendo a confronto i dati di 522 diversi studi – giunge alla conclusione che i 21 farmaci antidepressivi più diffusi sono più efficaci dei placebo per curare la depressione. Non era una conclusione scontata, visto che l’efficacia degli antidepressivi è al centro di un dibattito nella comunità scientifica.
Oltre a dimostrare che gli antidepressivi funzionano meglio dei placebo, lo studio ha confrontato l’efficacia dei diversi farmaci tra loro e i loro effetti collaterali.
Secondo la scala dell’efficacia il più famoso degli antidepressivi, cioè il Prozac o fluoxetina secondo il nome generico, è al 16esimo posto, ma è uno di quelli più tollerati dai partecipanti agli studi: è uno dei farmaci per cui sono riportati meno effetti collaterali e per cui c’è un basso tasso di abbandono dei test prima della loro fine. Circa l’80 per cento delle persone a cui i farmaci antidepressivi vengono prescritti smette di prenderli dopo un mese, tendenzialmente troppo presto perché abbiano un vero effetto.
Tuttavia gli antidepressivi hanno un tasso di successo simile a quello delle terapie psicologiche cognitivo-comportamentali.
Circa il 60 per cento delle persone che li prende riscontra una diminuzione dei sintomi del 50 per cento nel giro di due mesi: nella pratica ha un umore migliore, dorme meglio e così via.
Che non siano i farmaci migliori possibili non c’è dubbio: ci sono ancora molte cose che gli psichiatri non sanno sulla cura della depressione, che non può essere semplicemente considerata come la conseguenza di uno sbilanciamento di alcuni composti chimici nel cervello. Farmaci Psichiatrici Tradate:antidepressivi Gli antidepressivi sono farmaci utilizzati per trattare la depressione clinica, ma vengono anche spesso usati contro l’ansia e altri disturbi sia psichiatrici che non .
Una classe di antidepressivi attualmente più comunemente usati sono gli SSRI, che agiscono bloccando il principale processo di riciclo della serotonina (reuptake) aumentandone la concentrazione sinaptica. Occorrono da 3 a 5 settimane prima che gli effetti antidepressivi di questi farmaci, in particolare degli SSRI, si manifestino pienamente: ciò si crede sia dovuto al fatto che l’effetto antidepressivo non è solamente dovuto all’incremento della concentrazione dei neurotrasmettitori ma anche a delle modificazioni adattive del funzionamento e della chimica del cervello, come la desensibilizzazione dei recettori della serotonina I farmaci antidepressivi, estremamente eterogenei per struttura chimica e meccanismo d’azione, sono indicati nel trattamento di un vasto ambito di condizioni psichiche.
Queste sostanze possono determinare effetti collaterali, o secondari, che solitamente precedono l’effetto terapeutico o principale.
Vengono descritte manifestazioni collaterali principalmente a carico di: apparato digerente, apparato cadiocircolatorio, apparato genitourinario e sistema nervoso. Oltre ad una corretta scelta del tipo di farmaco, delle dosi e della modalita’ di somministrazione, Ë di fondamentale importanza che il medico fornisca al paziente, ed eventualmente ai suoi familiari, informazioni chiare e complete sui possibili effetti collaterali, al fine di instaurare una valida relazione medico-paziente ed evitare precoci interruzioni della terapia prescritta.
Antipsicotici e stimolanti
Gli stimolanti sono dei farmaci in grado di stimolare le funzioni cognitive, psicologiche e comportamentali di un soggetto.
Sono perciò utilizzati nei deficit di attenzione, nella narcolessia, nelle depressioni caratterizzate da astenia, a volte sono stati usati come adiuvanti nella perdita di peso. Gli stimolanti possono creare dipendenza e i pazienti con una storia di tossicodipendenza devono essere strettamente monitorati qualora l’assunzione non possa essere evitata. Per questo sono stati anche sperimentati nella terapia di disassuefazione da stupefacenti.
La sospensione repentina del trattamento può causare sintomi di astinenza fisici e psicologici, come ansia, anche gravi. Gli antipsicotici, detti anche sedativi maggiori o neurolettici, sono farmaci utilizzati per il trattamento dei vari sintomi della psicosi, come quelli causati da disturbi psicotici o dalla schizofrenia. Si dividono in due classi: tipico, o di prima generazione, e atipici, o di seconda generazione. Gli antipsicotici atipici sono utilizzati anche come stabilizzatori dell’umore nel trattamento del disturbo bipolare e possono aumentare l’efficacia degli antidepressivi nel disturbo depressivo maggiore, anche se tale combinazione è ritenuta una scelta di seconda linea per via degli effetti collaterali potenzialmente gravi di questa classe di farmaci.
Ansiolitici e ipnotici
Gli ansiolitici sono dei farmaci studiati per placare i sintomi psicologici e somatoformi dell’ansia, come gli attacchi di panico, l’ansia generalizzata e le somatizzazioni.
Diverse classi di farmaci mostrano un effetto ansiolitico, anche composti non specificatamente approvati per tale scopo (come ad esempio gli antistaminici e i betabloccanti). I farmaci più comunemente prescritti per il trattamento dell’ansia a breve termine e dell’insonnia sono le Benzodiazepine.
Altri farmaci utilizzati per il trattamento dell’ansia sono gli ansiolitici atipici, gli antidepressivi, i barbiturici, gli antistaminici • Benzodiazepine: esse sono efficaci come ipnotici, ansiolitici, anticonvulsivi, miorilassanti e amnesici, ma sono generalmente raccomandati per l’utilizzo a breve termine. • Hanno ampiamente soppiantato i barbiturici perché hanno meno propensione al sovradosaggio e alla tossicità.
Sono noti per causare sintomi di astinenza simili all’astinenza da barbiturici e da alcol, e una sindrome di astinenza grave può durare per mesi e anni per circa il 15% dei pazienti. Farmaci Psichiatrici Tradate ed effetti collaterali sulla sfera sessuale Gli effetti indesiderati a carico della sfera sessuale in corso di trattamento con antidepressivi sono generalmente sottostimati.
Spesso le disfunzioni sessuali vengono interpretate come un sintomo del disturbo che si vuole trattare: diminuzione della libido e dell’attività sessuale sono infatti una delle componenti delle sindromi depressive. Ulteriori fattori confondenti sono rappresentati da eventuali malattie organiche concomitanti, che possono peggiorare i disturbi indotti dal farmaco, e da altre terapie assunte, che possono aumentare gli effetti indesiderati. Da ultimo, si tratta di disturbi difficilmente indagati dal medico e molto spesso non riferiti dal paziente.
Uno studio6 ha messo in evidenza l’importanza di una corretta comunicazione medico-paziente: chiedere se il trattamento comporti problemi legati alla sfera sessuale aumenta di quattro volte la possibilità del riconoscimento. Questo dato può sembrare banale nella sua semplicità, tuttavia suggerisce come il primo intervento “terapeutico” sia indagare e monitorare frequentemente il trattamento in corso con SSRI, sapendo che un paziente su due lamenterà disturbi della sfera sessuale. Le disfunzioni sessuali più comunemente segnalate riguardano l’orgasmo.
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Link utili per Farmaci Psichiatrici Tradate
Maggiori informazioni sulla psichiatria su wikipedia
La psichiatria è la branca specialistica della medicina che si occupa dello studio sperimentale, della prevenzione, della cura e della riabilitazione dei disturbi mentali[1]. Essa è definibile come una “disciplina di sintesi”, in quanto il mantenimento e il perseguimento della salute mentale, che è lo scopo fondamentale della psichiatria, viene ottenuto prendendo in considerazione diversi ambiti: medico–farmacologici, neurologici, psicologici, sociologici, giuridici, politici.
In particolare, rispetto alla psicologia clinica, pur essendo entrambe in stretta relazione con il paziente o malato dal punto di vista della sintomatologia, la psichiatria è sovente maggiormente orientata verso l’identificazione del disturbo mentale o psicologico come derivante da un funzionamento anomalo a livello fisiologico del sistema nervoso centrale seguendo una prassi od ottica strettamente scientifico-materialista, (oltre al supporto psicoterapico, previa annotazione nell’apposito elenco del proprio Ordine di riferimento).[2][3][4]
Un’altra differenza tra lo psicologo clinico e lo psichiatra è la gamma di patologie coperte: mentre lo psicologo solitamente tratta situazioni di disagio generiche, fino a disturbi mentali più o meno gravi, a seconda dello Stato di riferimento, lo psichiatra tratta spesso gravi patologie psicotiche come la schizofrenia e disturbi gravi dell’umore che potrebbero richiedere ricoveri e trattamenti farmacologici, come le depressioni gravi e il disturbo bipolare.[5]
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