Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano

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Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano Il sonno occupa circa un terzo della nostra vita ed è fondamentale per il benessere del nostro organismo. Indipendentemente dalla causa, la riduzione di sonnointerferisce con alcune funzioni fondamentali del nostro corpo, determinando spesso conseguenze evidenti anche sul piano comportamentale e sulla qualità della salute. I recenti mutamenti del mondo occidentale hanno avuto un impatto negativo sul sonno notturno: questo ha portato negli anni ’60 alla nascita della Medicina del Sonno, che si occupa della diagnosi e della terapia di tali disturbi. I Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano non vanno mai sottovalutati, perché si ripercuotono anche sulle ore diurne influenzando negativamente l’andamento lavorativo, i rapporti sociali e tutta la sfera psicologica del soggetto, oltre ad aumentare il rischio di contrarre infezioni, sviluppare malattie metaboliche e cardiovascolari. Come sottolineano gli esperti, dormire bene influisce sulle nostre aspettative di vita più di qualsiasi altro fattore. Per la maggior parte delle persone è sufficiente dormire dalle 7 alle 8 ore a notte.
Poi ci sono i cosiddetti “dormitori lunghi”, che necessitano di 10 ore.
Esistono anche i “dormitori corti”, per i quali sono sufficienti 5 o 6 ore di sonno per star bene e non lamentare eccessiva sonnolenza diurna o sensazione di spossatezza. Si tende spesso a far coincidere i disturbi del Sonno con l’insonnia.
Ciò non corrisponde affatto alla realtà clinica. Infatti, sebbene gli studi epidemiologici degli ultimi anni abbiano chiaramente indicato che l’insonnia è il disturbo più frequente, essi hanno anche mostrato che l’ipersonnia, cioè il disturbo opposto all’insonnia, è presente più frequentemente di quanto si potesse immaginare. Gli studi condotti nei laboratori del sonno hanno inoltre dimostrato che, dietro a disturbi talora apparentemente banali del sonno, esistono importanti modificazioni di fondamentali funzioni biologiche.

Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano:l’insonnia

L’insonnia è quella condizione che ci fa addormentare alla sera, risvegliare nel mezzo della note, destare troppo presto al mattino e che ci impedisce di riprendere a dormire.
E’ quel disturbo che ci fa percepire il sonno come leggero e di scarsa qualità. Essa diventa un problema clinico quando si sperimenta un’oggettiva difficoltà a prendere sonno, o a rimanere addormentati, per tre o più notti per settimana con una conseguente compromissione delle attività giornaliere e tali difficoltà a dormire persistono per più di un mese. Un terzo degli adulti riporta i sintomi dell’insonnia e per circa 1/3 dei quali (il 10 per cento della popolazione) è un problema persistente che influenza negativamente le proprie attività quotidiane.
L’insonnia è più comune tra le donne, gli anziani, i turnisti e le persone con disturbi medici e psicologici. Oltre ai sintomi dell’insonnia ascrivibili principalmente alle ore notturne, non vanno dimenticati i disagi che si possono provare durante il giorno tra cui: • preoccupazioni relative al sonno • maggiore affaticabilità • senso generale di malessere spesso associato ad un tono dell’umore alterato e una maggiore irritabilità • diminuzione della capacità di concentrazione con un possibile peggioramento nel rendimento sociale e lavorativo • sintomi fisici, quali mal di testa, fomicolii, stati tensivi, sintomi gastrointestinali ’insonnia può essere situazionale, persistente o ricorrente. L’insonnia situazionale dura da pochi giorni a poche settimane ed è per lo più legata a eventi di vita stressanti, ma anche a cambiamenti repentini delle abitudini e/o dell’ambiente.
Solitamente in questi casi una volta scomparso o risoltosi il fattore precipitante, anche l’insonnia svanisce. La cura dell’insonnia oggi prevede sia l’uso di farmaci (Ipnoinducenti, generalmente benzodiazepine) sia trattamenti non-farmacologici.
Mentre i farmaci per l’insonnia possono essere più indicati per la cura dell’insonnia occasionale o situazionale, i trattamenti non-farmacologici sono la terapia di scelta per l’insonnia cronica. La terapia maggiormente accreditata è il Trattamento Cognitivo-Comportamentale dell’insonni Negli ultimi anni diverse ricerche hanno dimostrato che anche la Mindfulness, può essere efficace nel trattamento dell’insonnia se integrata alla CBTi. La CBT per l’insonnia è un intervento basato sia sui modelli psicofisiologici di regolazione del sonno sia sui modelli eziologici dell’insonnia e agisce sui fattori (comportamentali, fisiologici e cognitivi) di mantenimento del disturbo. I farmaci ipnotici sono utili per alleviare i Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano dovuti a situazioni stressanti (per esempio ospedalizzazione, separazione), cambiamenti dell’assetto del sonno provocati dal jet lag, e a Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano associati a condizioni mediche e psichiatriche. Questi farmaci dovrebbero essere impiegati solo per brevi periodi perché perdono la loro efficacia e danno dipendenza se assunti sistematicamente ogni note per molto tempo.
Alcuni di essi possono produrre effetti residui durante il giorno, come per esempio sonnolenza, e interferire con le attività quotidiane.

Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano:l’ipersonnia

L’ipersonnia è una condizione piuttosto varia, che influenza la quotidianità con una sensazione di sonnolenza eccessiva.
Il paziente avverte una sensazione di stanchezza che è però differente a quella che potrebbe essere associata all’affaticamento che si può avvertire al termine di una giornata particolarmente intensa, o ancora alla condizione di stanchezza cronica. L’ipersonnia è invece qualificabile generalmente come un disturbo del sonno secondario ad altre condizioni, come l’apnea del sonno, e merita pertanto di essere affrontato con uno sguardo di più ampio spettro rispetto a quanto si è abituati a fare con le “comuni” sensazioni di stanchezza. L’ipersonnia ha diverse caratteristiche in comune con un’altra condizione quale la narcolessia, e in particolare a uno stato cronico di sonnolenza. Le persone che sono affette da ipersonnia non hanno ad esempio riscontrabile il movimento rapido degli occhi (in fase REM) durante il proprio sonno.
Inoltre, la loro latenza del sonno (ovvero, il tempo necessario per addormentarsi), è piuttosto breve, a volte anche meno di cinque minuti. Tra le motivazioni che si celano dietro lo sviluppo di una qualche forma di ipersonnia non sempre possono essere annoverati fattori genetici o patologie neurologiche. È possibile che il sonno eccessivo diurno sia scatenato da un abuso di sostanze che creano dipendenza, come droghe o alcolici, così come da stati d’ansia che rendono insufficiente il riposo notturno o da una vera e propria depressione. Tra le cause psicologiche è possibile citare anche una condizione di stress derivata da uno stile di vita irregolare, che interferisce con il corretto ritmo sonno-veglia, provocando cambiamenti nel lungo periodo che possono incidere negativamente sulla qualità del riposo. Esistono anche individui che, senza alcuna causa apparente, soffrono di pseudoipersonnia e vengono considerati “lunghi dormitori”, ma capita anche che l’ipersonnia non sia legata ad altre manifestazioni o disturbi. Prima di definire il disturbo come ipersonnia è fondamentale monitorare il fenomeno per un lasso di tempo non troppo breve e sottoporsi ad appositi test, come la polisonnografia, mirati a ottenere una diagnosi precisa che si baserà anche sulla valutazione delle abitudini legate al sonno. Spetta al medico consigliare una eventuale terapia basata sull’assunzione di farmaci. Per supportare i soggetti che soffrono di ipersonnia, in ogni caso, è possibile fare riferimento ad altri possibili rimedi che devono partire dalla cura dell’igiene del sonno: significa creare uno schema che consenta di impostare non solo un numero adeguato di ore di sonno la notte, ma anche di programmare brevi ma salutari pause diurne per dormire e recuperare le energie. Disturbi del Sonno Quarto Cagnino Milano:la psicoterapia L psicoterapia è stata riconosciuta dalle linee guida del BAP (2010) come trattamento efficace e raccomandato. L’ipnosi può essere efficacemente integrata nei percorsi di psicoterapia per l’ insonnia, potenziandone gli e velocizzandone gli effetti.
Con l’ipnosi si raggiunge uno stato di coscienza diverso dalla veglia comune detto trance ipnotica .

In questo stato l’attenzione del soggetto diventa estremamente focalizzata e rivolta verso l’interno. Si tratta di uno stato naturale che emerge spontaneamente più volte al giorno, ma che può essere consapevolmente sfruttato, durante percorsi di psicoterapia per l’ insonnia e non solo, per recuperare energie, rielaborare le esperienze vissute, gestire ansia e stress.

Gli studi dimostrano che l’ipnosi migliora la qualità e la quantità del sonno (), risultando efficace anche nei casi di insonnia grave e cronica.
Nei percorsi di psicoterapia per l’ insonnia, con l’ipnosi e l’autoipnosi infatti è possibile intervenire su tutte le problematiche legate al sonno: fatica ad addormentarsi, risvegli continui, incubi ricorrenti. Chi è a rischio e consigli per combattere la patologia dell’ipersonnia Tra gli adulti coloro che dormono più di dieci ore a notte per almeno un periodo di due settimane.
Il meccanismo che causa questa patologia è sconosciuto, anche se si sa che è ereditario e che può manifestarsi come il risultato di disturbi d’ansia, come depressione o uremia.
Si ritiene inoltre che le persone in sovrappeso ne soffrano con maggiore frequenza, così come chi soffre di febbre ghiandolare.
L’ipersonnia si cura con le amfetamine, gli antidepressivi e il modafinil (combinazione di antidepressivi e stimolanti).

I consigli per curare o alleviare la patologia:

: – Andare a dormire e svegliarsi sempre alla stessa ora; – Fare esercizio fisico 20 o 30 minuti al giorno preferibilmente 4 o 5 ore prima di andare a letto.
– Evitare prodotti a base di caffeina o altri stimolanti, per non scombinare il ciclo del sonno e della veglia.
-Evitare assunzione di cioccolata, caffè, te, alcol, bevande e farmaci per la dieta.
– Rilassarsi con lettura e bagni caldi.
– Assicurarsi che nella stanza da letto vi sia una temperatura confortevole. In ogni caso prima di prendere qualunque iniziativa sarà il caso di parlare con il proprio medico curante.
 


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